Il Castello di Andraz
Ultima modifica 15 novembre 2023
II castello sorge poco sotto il passo Falzarego, sulla valle tra il rio Valparola e il rio Castello, in una posizione strategica per il controllo delle vie di comunicazione che già nel medioevo collegavano i territori bellunesi, poi della Serenissima, con quelli situati a nord di Caprile, appartenenti al Vescovo di Bressanone.
Lungo questa via transitava il minerale di ferro proveniente dalle vicine miniere del Fursìl, nell'area di Colle Santa Lucia, allora territorio vescovile. Il materiale subiva infatti una prima lavorazione nelle vallate limitrofe e poi veniva forgiato nelle "fusine" agordine, bellunesi, zoldane e brissinesi per farne pregiate lame per spade.
Il castello è stato costruito su di un enorme masso staccatosi dal gruppo dolomitico del Settsàss, utilizzando pietrame del luogo; ciò gli conferisce una integrazione straordinaria con l'ambiente naturale circostante e ne aumenta il fascino.
L'edificio, dal XI al XV sec. rimase sotto il controllo dei vassalli alle dipendenze dei vescovi-conti, dopo il 1416 se ne impossessò direttamente il Vescovado che per lutto il medioevo ne fece un importante baluardo militare.
Fu utilizzato per contenere le mire espansionistiche della Serenissima e per garantire gli interessi del Vescovo di Bressanone sul territorio.
Dal 1454 al 1460 vi trovò rifugio il Cardinal Cusano, più noto come Nicolò Cusano filosofo della "Convergenza
degli opposti".
L'importanza del castello venne meno con la cessazione dell'attività estrattiva nel 1753 e con la secolarizzazione dei principati ecclesiastici. Nel 1802 passò alla Baviera. Poi nel 1808 fù venduto ad un privato, che lo utilizzò per approvvigionarsi di materiali da costruzione.
Il suo degrado era inesorabilmente avviato e proseguì con l'asporto di tutti gli arredi e lo smantellamento della copertura nel 1851, per trame legna da ardere. Durante la Grande Guerra 1915-1918 venne bombardato dagli austriaci appostati sul Col di Lana, perché divenuto rifugio di truppe alpine italiane.
Nel dopoguerra divenne cava di pietrame per la ricostruzione del vicino abitato di Castello.
In seguito ad un intervento di restauro conservativo a cura della Soprintendenza per i Beni architettonici e Culturali del Veneto ciò che resta oggi della Rocca, facilmente accessibile dalla strada del passo Falzarego è oggi visitabile e aperto al pubblico.